giovedì 28 giugno 2012

Bongo


Roccomaria aveva lasciato sulla tavola del soggiorno 20.000 lire con un bigliettino: “Willycow, per piacere, ti lascio la mia quota. Stasera quando esci fai la spesa anche per me. Ti raccomando le salsicce e non dimenticare il filetto di vitello per la bourguignonne di domenica.”

La sera Roccomaria e Pino, come facevano spesso, s’erano ritrovati a casa dl primo ed avevano messo a stufare due scatole di borlotti da accompagnare alla salsiccia che doveva portare l’amico.
Verso le sette ecco giungere Willy con un fagotto sotto braccio:
- Ciao a tutti ... - e si ficcò diritto nella sua stanza.
- Ma tu dimmi se io posso vivere con uno come quello! - sbottò Roccomaria - Ehi, vuoi portare la spesa?
- Stai calmo, - lo tranquillizzò Pino - magari aveva un bisogno urgente. Vedrai che adesso arriva, ho visto io che aveva un cartoccio sottobraccio entrando.
Ma invece non fu così, anzi nell’appartamento cominciarono a diffondersi degli strani colpi sordi, prima un po’ diradati, poi sempre più ritmati e prepotenti.
- Pino, tu che lo difendi sempre, ma che combina il minchione?
- Per quanto impossibile possa sembrarti, non ne ho la più pallida idea, ma vado ad accertarmene subito.
Quale fu la sorpresa di Pino è difficile da descrivere: nella sua stanza, Willycow seduto per terra serrava fra le gambe due “bongo” che percuoteva ad occhi chiusi, agitando testa e spalle al ritmo d’una improvvisata, quanto cacofonica, musica dalle intenzioni afro - cubane.
- Roccomaria, vieni un attimo ...
Alla vista di un Willycow che nulla sembrava distogliere dal suo ritmare via via più sfrenato, Roccomaria era allibito ed al contempo affascinato: tutto ciò che era fuori da qualsiasi logica normalità, gli faceva questo effetto, e poi quello non finiva mai di sorprenderlo, aggiungendo un po’ di sale alla sua solitaria esistenza.

Ma poiché su lui nulla era più forte della fame:
- Willy, dove hai messo le salsicce?
L’amico sembrò risvegliarsi dal suo stato di febbrile catalessi:
- Quali salsicce?
- Quelle che dovevi comprare insieme al filetto. Dove sono?
- Ah, quelle. Non ... non ci sono.
- Come non ci sono? E dove sono, se non ci sono?
- Me no sono dimenticato.
- Va bene. Anzi, va male. - commentò sbuffando - Ma porca di quella miseria, mai che ne facessi una giusta. Caccia i soldi che almeno me ne vado al ristorante.
- Quali soldi?
La pazienza del Capocalotta cominciava a vacillare:
- Quelli con i quali avresti dovuto comprare le vettovaglie, le derrate, la roba da mangiare, la sbobba... . In sintesi: le salsicce!

Willycow si alzò da terra ed iniziò - pensieroso, quasi a guadagnare tempo - a cercare nelle tasche.
A Roccomaria cominciò ad insinuarsi un sottile sospetto:
- Willy, cosa hai fatto dei soldi? - zufolò con tono dolce.
- Ma, non so, erano qui, ... non li trovo.
- Willycow, quanto sono costati i “bongo”? - coontinuò sempre più dolce.
Al giovane amico sembrò illuminarsi il volto:
- Poco, era un’occasione troppo bella per farsela sfuggire ... .
- Ok! Ripeto: quanto sono costati i “bongo”? - questa volta con tono deciso.
Willycow facendosi piccolo piccolo:
- Ventimila. Però sono originali, - s’affrettò a precisare - li ho presi da un marocchino ...
- Willycow, in Marocco non ci sono “bongo” - ruggì l'omone. 
Poi sibilando minaccioso:
- Domani torni in Africa o dove diavolo li hai comprati, te li vai a rivendere e mi restituisci il “malloppo”.

La serata finì - come d’abitudine - attorno al tavolo apparecchiato e la televisione accesa, con Pino e un ingrugnito Roccomaria a trangugiare fagioli... desolatamente orfani.
Willycow, nella sua stanza, al ritmo sgangherato dei suoi nuovi tamburi - digiuno ma felice - sognava terre esotiche ed azzurri mari che non avrebbe mai visto.

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