Il nuovo Comandante
del Reggimento sedeva divertito ed insieme compiaciuto al tavolo apprestato per
le autorità, circondato dal Sindaco e dai maggiorenti locali, nella gaia
atmosfera della Festa dell’uva, principale manifestazione paesana.
Al tavolo predisposto
un po’ defilato dagli altri circa 500 allestiti in piazza, sedevano anche le
signore e l’Aiutante Maggiore che, per la sua
antica permanenza al reparto e la collaudata frequenza con gli ospiti
della serata, faceva da catalizzatore in quel primo incontro tra il colonnello
e gli altri.
Fra convenevoli di
cortesia e iniziali luoghi comuni sul tempo e la narrazione delle origini
antiche di quella Comunità, i volontari della Pro Loco avevano servito le prime
tradizionali portate, tutta roba che, tra il rustico e l’ignoto, avevano in
comune la sola grande qualità di stimolare abbondanti libagioni di generoso
rosso, fornito con dovizia non proprio disinteressata dalle case vinicole
locali.
Sicché l’atmosfera
s’era scaldata, gli ospiti sciolti azzardavano diversi e più simpatici
argomenti di conversazione ed il Comandante cominciava a congratularsi col suo
spirito d’avventura che l’aveva spinto a presentarsi in uniforme ad una sagra
popolare.
Sul più bello ecco
fermarsi a rispettosa distanza la nera figura del Maresciallo dei Carabinieri
con l’inequivocabile atteggiamento di chi deve riferire qualcosa di urgente e
riservato. I suoi gesti misurati, conditi da un’espressione di circostanza
capace di scatenare le gelosie del pur compassatissimo titolare della locale
impresa di pompe funebri, indussero l’Aiutante Maggiore a raggiungerlo con
tutta la discrezione consentitagli dai ripetuti assaggi cui s’era adattato con
entusiasmo.
- Comandi, signor capitano! Scusi il disturbo,
ma hanno testé tradotto al Pronto Soccorso tale Cavalleggero Gennaro Nocito, di
Giuseppe e Andreina Maria, nato a Torino ma residente a ...
- Si, si, va bene mi dica cosa è successo -
tagliò corto l’ufficiale con mal celata impazienza.
- Dicevo... hanno tradotto d’urgenza il nominato
militare perché offeso da arma bianca, verosimilmente una baionetta - ma sono
in corso accertamenti - in una parte del corpo che, per sua natura, è alquanto
desueta e rende inverosimile la prima versione dei fatti.
Al solo intendere
delle parole ferita, arma bianca, baionetta, al capitano era sfumato di colpo
anche il solo ricordo dei bicchieri andati ed un turbinio di pensieri, ipotesi,
nonché l’angoscia della lunga trafila di segnalazioni, fonogrammi,
giustificazioni, ecc. ..., aveva cominciato a centrifugargli il cervello.
- Dove è stato ferito il militare? In che condizioni
é? E’ forse grave?
- No, no, non sembra una cosa gravissima,
almeno a quanto riferiscono al Pronto Soccorso. Solo che è il “posto” che ... non quadra.
- Come sarebbe a dire? dov’è stato ferito il
soldato?
- Vede, con rispetto parlando, quello presenta
una ferita da punta proprio nel ... di
dietro.
- Di dietro dove? alla schiena, ad un gluteo,
dove?
- No proprio di dietro di dietro, anzi per
meglio dire, se mi consente la libertà, di ... dentro, Lei mi capisce, è vero?
- Dentro dove? non l’avrà presa nel c... la
baionetta.
- Ecco, proprio lì, come ha detto lei, con
rispetto parlando.
Ciò che era stato
solo un turbinio, nel cervello dell’ufficiale divenne una devastante tromba
d’aria: “Oddio, diventeremo lo zimbello della Divisione, ma prima ci
cucineranno a dovere: da dove proveniva l’arma? chi erano i presenti? dov’era
l’ufficiale di servizio? e poi i giornali, la gente...”
- Va bene, Puddu, la ringrazio. Veda per
cortesia che la notizia non faccia il giro del paese e soprattutto che non
venga “passata” alla stampa .... .
Il sottufficiale dell’Arma,
giunto ormai alla vigilia della pensione, nel corso della sua quasi
quarantennale carriera ne aveva visto di tutti i colori: aveva sostenuto
impavido conflitti a fuoco con malviventi; era sopravvissuto alla frustrazione
di vedersi sistematicamente posti in libertà quelli che lui arrestava, a volte
con grave rischio personale; ma era anche uno di quelli che s’era sempre
smarrito di fronte ai rapporti, alle segnalazioni scritte, alle relazioni.
Oh, se capiva, e in
cuor suo compiangeva - sia pure con quella misura che la disciplina gli
accordava - il capitano che conosceva da una vita e per il quale provava
insieme rispetto e sincera simpatia.
- E’ tutto sotto controllo, signor capitano,
come sempre. Se vuole le do un passaggio fino all’ospedale ... . Ma l’ufficiale
pensieroso s’era già avviato verso il tavolo dal quale, ormai da tempo
partivano gli sguardi impazienti ed interrogativi del Comandante.
- Signor Colonnello, devo allontanarmi per un
piccolo contrattempo, niente di grave - almeno spero, si augurò fra sé - le
riferirò al suo rientro.
Nocito giaceva,
pancia sotto, in un bianco letto del reparto chirurgia; era sotto effetto di
sedativi, ma il commilitone lasciato lì per assisterlo sapeva tutto:
- Il cavalleggero Nocito era conduttore di PAO
(1), nel scendere dall’ACL (2) cadeva sul suo
fucile e si ... infilzava sulla baionetta.
- Ma non diciamo dabbenaggini! - era sbottato
l’ufficiale - come si fa uno a cadere sulla baionetta in quella ..., quella
posizione?
- Ci sono decine di testimoni - protestò il
cavalleggero - è andata proprio così! Lo chieda pure agli altri se non mi crede
- continuò, per concludere subito dopo in un più prudente e formalmente
corretto: - … non so altro.
Il referto medico era
chiaro: “ferita da punta, nella regione anale con interessamento del retto”.
In caserma un
rabbuiato Ufficiale di Picchetto
rispondeva alle serrate domande dell’Aiutante Maggiore:
- Adesso lei mi deve far
capire com’è possibile che il conduttore si sia infilata la baionetta nel c....
- Signor Capitano, io ero presente quando
l’automezzo è arrivato. E’ successo esattamente come le hanno detto. Il
conduttore prima di scendere dalla cabina di guida ha preso il suo fucile per
il fodero della baionetta e lo ha sporto fuori della portiera per poggiarlo a
terra. Nel far ciò gli si è sfilato il fodero per il peso dell’arma e lui, per
evitare che il fucile rovinasse sull’asfalto, ha cercato di fermarlo allungando
fuori dalla cabina la gamba sinistra. Nel tentativo, perdeva l’equilibrio e
cadeva fuori dal posto di guida, finendo sulla nuda baionetta.
Poco convinto,
l’ufficiale volle accertarsi facendo le ... “prove”, e più riprovava, più si
rendeva conto che il racconto non solo era verosimile, ma era senz’altro
veritiero.
In quello rientrava
il Comandante:
- Allora, si può sapere cos’è tutto sto’
trambusto?
- Si, signor Colonnello. Un cavalleggero s’è
ferito accidentalmente con una baionetta nell’ano.
- Vuol dire, ano? Quella cosa che sta al
centro di dove normalmente non batte mai il sole?
- Esatto, signor Colonnello.
- Capitano, avevo avuto un’altra impressione
delle sue capacità di discernimento? Mi vuol spiegare come fa un militare a
ficcarsi accidentalmente una baionetta nel ..., nell’ano?
L’Aiutante Maggiore
tra l’offeso ed il rassegnato, ordinò:
- Portate qui l’ACL.
La dimostrazione
pratica ebbe successo.
Il buon ufficiale,
tuttavia, non aveva previsto che l’indomani il Colonnello lo chiamasse in
ufficio per ordinargli stancamente:
- Capitano, prenda un
ACL e vada al Comando Divisione. Pare che non riesca a farmi capire dal Signor
Generale.
Note: (1) PAO: Picchetto Armato Ordinario, plotone di uomini
che, dal pomeriggio alla mattina successiva, monta di “pronto intervento” per
ogni evenienza.
(2) ACL: Autocarro Leggero comandato per il trasporto
del personale di cui sopra.
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