giovedì 28 giugno 2012

Festa dell'uva


Il nuovo Comandante del Reggimento sedeva divertito ed insieme compiaciuto al tavolo apprestato per le autorità, circondato dal Sindaco e dai maggiorenti locali, nella gaia atmosfera della Festa dell’uva, principale manifestazione paesana.
Al tavolo predisposto un po’ defilato dagli altri circa 500 allestiti in piazza, sedevano anche le signore e l’Aiutante Maggiore che, per la sua  antica permanenza al reparto e la collaudata frequenza con gli ospiti della serata, faceva da catalizzatore in quel primo incontro tra il colonnello e gli altri.
Fra convenevoli di cortesia e iniziali luoghi comuni sul tempo e la narrazione delle origini antiche di quella Comunità, i volontari della Pro Loco avevano servito le prime tradizionali portate, tutta roba che, tra il rustico e l’ignoto, avevano in comune la sola grande qualità di stimolare abbondanti libagioni di generoso rosso, fornito con dovizia non proprio disinteressata dalle case vinicole locali.
Sicché l’atmosfera s’era scaldata, gli ospiti sciolti azzardavano diversi e più simpatici argomenti di conversazione ed il Comandante cominciava a congratularsi col suo spirito d’avventura che l’aveva spinto a presentarsi in uniforme ad una sagra popolare.

Sul più bello ecco fermarsi a rispettosa distanza la nera figura del Maresciallo dei Carabinieri con l’inequivocabile atteggiamento di chi deve riferire qualcosa di urgente e riservato. I suoi gesti misurati, conditi da un’espressione di circostanza capace di scatenare le gelosie del pur compassatissimo titolare della locale impresa di pompe funebri, indussero l’Aiutante Maggiore a raggiungerlo con tutta la discrezione consentitagli dai ripetuti assaggi cui s’era adattato con entusiasmo.
- Comandi, signor capitano! Scusi il disturbo, ma hanno testé tradotto al Pronto Soccorso tale Cavalleggero Gennaro Nocito, di Giuseppe e Andreina Maria, nato a Torino ma residente a ...
- Si, si, va bene mi dica cosa è successo - tagliò corto l’ufficiale con mal celata impazienza.
- Dicevo... hanno tradotto d’urgenza il nominato militare perché offeso da arma bianca, verosimilmente una baionetta - ma sono in corso accertamenti - in una parte del corpo che, per sua natura, è alquanto desueta e rende inverosimile la prima versione dei fatti.

Al solo intendere delle parole ferita, arma bianca, baionetta, al capitano era sfumato di colpo anche il solo ricordo dei bicchieri andati ed un turbinio di pensieri, ipotesi, nonché l’angoscia della lunga trafila di segnalazioni, fonogrammi, giustificazioni, ecc. ..., aveva cominciato a centrifugargli il cervello.
- Dove è stato ferito il militare? In che condizioni é? E’ forse grave?
- No, no, non sembra una cosa gravissima, almeno a quanto riferiscono al Pronto Soccorso. Solo che è il “posto” che  ... non quadra.
- Come sarebbe a dire? dov’è stato ferito il soldato?
- Vede, con rispetto parlando, quello presenta una ferita da punta proprio nel  ... di dietro.
- Di dietro dove? alla schiena, ad un gluteo, dove?
- No proprio di dietro di dietro, anzi per meglio dire, se mi consente la libertà, di ... dentro, Lei mi capisce, è vero?
- Dentro dove? non l’avrà presa nel c... la baionetta.
- Ecco, proprio lì, come ha detto lei, con rispetto parlando.

Ciò che era stato solo un turbinio, nel cervello dell’ufficiale divenne una devastante tromba d’aria: “Oddio, diventeremo lo zimbello della Divisione, ma prima ci cucineranno a dovere: da dove proveniva l’arma? chi erano i presenti? dov’era l’ufficiale di servizio? e poi i giornali, la gente...”
- Va bene, Puddu, la ringrazio. Veda per cortesia che la notizia non faccia il giro del paese e soprattutto che non venga “passata” alla stampa .... .
Il sottufficiale dell’Arma, giunto ormai alla vigilia della pensione, nel corso della sua quasi quarantennale carriera ne aveva visto di tutti i colori: aveva sostenuto impavido conflitti a fuoco con malviventi; era sopravvissuto alla frustrazione di vedersi sistematicamente posti in libertà quelli che lui arrestava, a volte con grave rischio personale; ma era anche uno di quelli che s’era sempre smarrito di fronte ai rapporti, alle segnalazioni scritte, alle relazioni.
Oh, se capiva, e in cuor suo compiangeva - sia pure con quella misura che la disciplina gli accordava - il capitano che conosceva da una vita e per il quale provava insieme rispetto e sincera simpatia.
- E’ tutto sotto controllo, signor capitano, come sempre. Se vuole le do un passaggio fino all’ospedale ... . Ma l’ufficiale pensieroso s’era già avviato verso il tavolo dal quale, ormai da tempo partivano gli sguardi impazienti ed interrogativi del Comandante.
- Signor Colonnello, devo allontanarmi per un piccolo contrattempo, niente di grave - almeno spero, si augurò fra sé - le riferirò al suo rientro.

Nocito giaceva, pancia sotto, in un bianco letto del reparto chirurgia; era sotto effetto di sedativi, ma il commilitone lasciato lì per assisterlo sapeva tutto:
- Il cavalleggero Nocito era conduttore di PAO (1), nel scendere dall’ACL (2) cadeva sul suo fucile e si ... infilzava sulla baionetta.
- Ma non diciamo dabbenaggini! - era sbottato l’ufficiale - come si fa uno a cadere sulla baionetta in quella ..., quella posizione?
- Ci sono decine di testimoni - protestò il cavalleggero - è andata proprio così! Lo chieda pure agli altri se non mi crede - continuò, per concludere subito dopo in un più prudente e formalmente corretto: - … non so altro.
Il referto medico era chiaro: “ferita da punta, nella regione anale con interessamento del retto”.

In caserma un rabbuiato Ufficiale di Picchetto  rispondeva alle serrate domande dell’Aiutante Maggiore:
- Adesso lei mi deve far capire com’è possibile che il conduttore si sia infilata la baionetta nel c....
- Signor Capitano, io ero presente quando l’automezzo è arrivato. E’ successo esattamente come le hanno detto. Il conduttore prima di scendere dalla cabina di guida ha preso il suo fucile per il fodero della baionetta e lo ha sporto fuori della portiera per poggiarlo a terra. Nel far ciò gli si è sfilato il fodero per il peso dell’arma e lui, per evitare che il fucile rovinasse sull’asfalto, ha cercato di fermarlo allungando fuori dalla cabina la gamba sinistra. Nel tentativo, perdeva l’equilibrio e cadeva fuori dal posto di guida, finendo sulla nuda baionetta.
Poco convinto, l’ufficiale volle accertarsi facendo le ... “prove”, e più riprovava, più si rendeva conto che il racconto non solo era verosimile, ma era senz’altro veritiero.

In quello rientrava il Comandante:
- Allora, si può sapere cos’è tutto sto’ trambusto?
- Si, signor Colonnello. Un cavalleggero s’è ferito accidentalmente con una baionetta nell’ano.
- Vuol dire, ano? Quella cosa che sta al centro di dove normalmente non batte mai il sole?
- Esatto, signor Colonnello.
- Capitano, avevo avuto un’altra impressione delle sue capacità di discernimento? Mi vuol spiegare come fa un militare a ficcarsi accidentalmente una baionetta nel ..., nell’ano?
L’Aiutante Maggiore tra l’offeso ed il rassegnato, ordinò:
- Portate qui l’ACL.
La dimostrazione pratica ebbe successo.

Il buon ufficiale, tuttavia, non aveva previsto che l’indomani il Colonnello lo chiamasse in ufficio per ordinargli stancamente:
- Capitano, prenda un ACL e vada al Comando Divisione. Pare che non riesca a farmi capire dal Signor Generale.
Note:   (1) PAO:   Picchetto Armato Ordinario, plotone di uomini che, dal pomeriggio alla mattina successiva, monta di “pronto intervento” per ogni evenienza.
            (2) ACL:   Autocarro Leggero comandato per il trasporto del personale di cui sopra.


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