mercoledì 27 giugno 2012

Il Triangolo dello squallore



Assimilabile al più noto "delle Bermude", il Triangolo dello Squallore si individua topograficamente con quello i cui vertici sono segnati dai paesini padani di L., R. e G., nella cui area si pone la guarnigione militare.
La sua fama non è da meno, se è vero come è vero, che quando un ufficiale o sottufficiale di questo nostro esercito vi viene assegnato, mette in essere tutte le arti oneste e disoneste a lui note onde allontanarne l’incubo.
Si favoleggia di pellegrinaggi effettuati ginocchioni ai santuari posti sulle vette più scoscese, con mogli, figli, animali domestici (anch'essi sulle ginocchia) al seguito, e neppure - per quel che è dato sapere - s'è disdegnato il ricorso a pratiche occulte come fatture anti malocchio, o alla magia nera degna del più sfrenato Vudù. Padrini d'ogni tipo, compromessi d'ogni genere, promesse inconfessabili, tutto diventa buono e legittimo per conseguire l'effetto dell'annullamento del nefasto dispaccio.
Eppure a sentire i generali che qui vengono - sempre in magnifiche primaverili giornate di sole e, dati i pressanti impegni, per brevissimo tempo - la guarnigione è un vero paradiso in terra; è vero che ci sono miliardi di zanzare d'estate, ma esse sono la dimostrazione di quanto sia infondata la diceria dell’assoluta mancanza d’acqua, quella stessa che d'inverno, in combutta con un’umidità altrimenti ignota in Italia, si trasforma in un'impenetrabile, impalpabile nebbia ovattata che ti disperde appena cacciato fuori il naso dalle rimesse.
La presenza, poi, dei fatiscenti capannoni industriali eretti nel '38, per ben altre esigenze che non quelle abitative, garantiscono un solido ricovero a persone e materiali; benché diradati l’uno dall’altro, essi sono ben collegati da chilometri e chilometri di tracciati che, asfaltati dagli anni sessanta in poi, sono sempre e puntualmente mantenuti in efficienza col sistema del rattoppo "a pala".
Perché mai un soldato dovrebbe rinunciare a recarsi (a piedi) a refettorio distante appena due chilometri: la marcia, da sempre, è uno degli esercizi più efficaci, perché all'economicità, che non guasta mai, unisce un sano effetto corroborante, apre l'appetito, favorisce la digestione, stimola la circolazione.
C'è gente che paga per queste cose, vedi... l'agriturismo.
In questo paradiso, vivaddio, non trovano cittadinanza, né dentro, né fuori, quei fastidiosi e puzzolenti autobus o tram e quant'altro ammorba l'atmosfera delle nostre città con gas di scarico, sferragliamenti e fischi d'ogni genere; cosa di più bello e, diciamolo pure, "signorile" di recarsi a lavoro con le comodità offerte dal personale mezzo di trasporto? La maggior spesa è compensata dal sicuro risparmio di non poter andare al cinema o, peggio, ad un teatro e comunque non ti perdi niente: danno sempre le solite cose insulse e quei poveracci che hanno la disgrazia di vivere in posti dotati di siffatte "calamità", sono costretti a frequentarli più per immagine che proprio arricchimento culturale o piacere.
Qui non hai neppure lo stress di doverti perdere in quel mare magnum rappresentato da biblioteche e librerie d'oggi: mille volte meglio l’educativa televisione di stato.
In zona ci sono perfino le scuole dell'obbligo che - come dice la parola - sono le uniche che i tuoi figli, per legge, sono obbligati a frequentare.
Roccomaria a sentire siffatti discorsi, annuiva disciplinatamente con la testa, ma in cuor suo assegnava il "punteggio" che il visitatore meritava.
Egli, infatti, aveva messo a punto una scala tutta sua per misurare uomini, animali che si muovevano nel predetto triangolo, nonché per i fatti vi accadevano: l'unità di misura era lo "Squallor" il cui multiplo, il “Lens”, equivaleva ad 1.000.000 di Squallor.
Logicamente si trattava di un indice negativo ed ogni essere che giungeva nel Triangolo, assegnato o solo in visita, automaticamente, ne riceveva la dose di base di mille squallor.
C'era una superiore giustizia in ciò, perché ciascuno, a prescindere dal grado, dalla cultura, dall'età o dallo stato, riceveva pari dotazione. Tali squallor, però, come i talenti evangelici, si moltiplicavano e, vuoi per l'influenza deprimente che la guarnigione aveva sui suoi occupanti e visitatori, vuoi per il sadismo innato del quale si compiaceva il Capocalotta, tutti prendevano una china che li vedeva precipitare in pozzo senza fine verso il mitico forziere custode di sterminati “lens”.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo commento che sarà pubblicato quanto prima.