mercoledì 27 giugno 2012

Meno trenta chili


- Ti presento donna Giovanna, - annunciò cerimonioso Roccomaria avvicinandosi al bar del Circolo insieme ad una signora di bella presenza, benché piuttosto avanti nell'età.
Willycow puntandole addosso l'acuminato naso, quasi volesse trafiggerla, s’illuminò d'un giallo sorriso a trentadue denti:
- Signora, è un onore ... - disse, profondendosi in un sensuale baciamano.
- Cerchiamo di non esagerare, - si frappose Roccomaria, tirandolo per un omero.
Pesce e gli altri subalterni, non appena riuscirono a scollare Willycow dall’arto della gentildonna, salutarono a loro volta la signora Giovanna che, lusingata da tanto sussiego, covava con lo sguardo il suo cavaliere.

E così la Calotta fece conoscenza della donna di Roccomaria, sulla quale presto Pino ebbe però a puntualizzare:
- E’ una vecchia bagascia, nota in tutta la provincia per i suoi insaziabili appetiti. Ha fatto morire di ... corna il marito, che l'ha lasciata carica di soldi da fare schifo ... .
Il sussurro (di 3° grado) coincideva con quanto andava millantando Roccomaria che, a parte un incremento di sonnolenza, non accusava altri fastidi a causa dell’onerosa attività fisica che l’incontestabile aggiornamento di Pino implicitava.
Anzi, la ritrovata attività sessuale aveva indotto Roccomaria alla decisione di dimagrire:
- Butterò giù almeno trenta chili, parola mia, e quando sarò sotto i cento sarà "festazza" per tutti....
Così aveva preso a correre per la baraggia disertando senza troppo rimpianto la mensa di Cris e, benché il suo posto al desco rimanesse intangibile, non provava neanche ad entrare nella sala.
- Zanframundo! portami un bicchiere d'acqua di Lourdes ed un pizzico di sale - tuonava dalla finestra  di pianterreno in perfetta tenuta ginnica, e quello era tutto il suo pranzo.
Poi doccia e squadrone.

In ufficio cadeva in catalessi: il ronfo possente riempiva la stanza ed  il corridoio, perforava vetri e pareti, saliva al piano superiore come il greve incenso d'un tempio orientale ed avvolgeva ogni cosa a dispetto di Caldaia Nera che, quotidianamente, lo caricava  di compiti che non sarebbero mai stati portati a termine.
Quando, finalmente, suonava la tromba del "termine operazioni", come per incanto, la sua massa si rimetteva in moto, saltava pesantemente sulla vecchia Renault, che lo riconduceva dalla famelica e poco virtuosa Giovanna.

Cosa mangiasse la sera e come riuscisse a tenersi in piedi nei mesi successivi durante i quali, imperterrito, continuò ai ritmi innanzi descritti, rimane uno dei più affascinanti e meglio custoditi misteri della storia del reggimento.
Finché un giorno:
- Zanframundo! - la sua voce richiamò la nostra attenzione dalla solita finestra - avverti i signori ufficiali della Calotta che stasera, alle ore 21:00, terrò per loro una riunione cui tutti sono tenuti a presenziare in uniforme ordinaria.
- Dai, Roccomaria, non puoi farci questo senza preavviso, abbiamo i nostri impegni...
- Non me ne frega un tubo! stasera dovete esserci tutti.
E così fu. Davanti a quella ventina di giovani subalterni si ergeva la nuova possente figura del Capocalotta, fasciata in una “ordinaria”  nuova di pacca:
- Nuntio vobis gaudium magnum! L’obiettivo è raggiunto: 99 chili e 999 grammi. Ora è tempo di  festeggiare. Zanframundo!
Il cameriere aprì una sala sfavillante di luci ed argenti.
Su una tavola posta al centro era imbandita ogni sorta di ben di dio: Gamberetti in salsa rosa e salmone affumicato, risotto ai funghi porcini ed ai fegatelli di volatile; pasta con le sarde, filetto in crosta e gulasch all'ungherese; tiramisù e zuppa inglese; cassata siciliana e trionfo di frutta esotica.

Roccomaria rimase ricoverato all'ospedale civile due giorni ove un ciclo di lavande gastriche sortirono l'effetto di restituirgli la vita.
Anche Willycow rimase a letto due giorni, ma a casa sua, a smaltire una sbornia senza precedenti.
Per lui ci furono, tuttavia, i rituali arresti di rigore. Aveva dimenticato di ... darsi ammalato.

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