Questo mitico ed improbabile cognome
saltò fuori per la prima volta allorché Roccomaria prese a dar testimonianza
d’un fatto accaduto durante la sua permanenza alla “Frontiera Orientale”, in uno dei tanti reggimenti di
cavalleria allora colà stanziati.
Qui prestavano
servizio due comandanti di squadrone, che per dovere di riservatezza
indicheremo come il capitano “Adalberto” ed il capitano “Burano”.
Costoro erano
esattamente l’uno l’opposto dell’altro: generoso, coraggioso, sprezzante del
pericolo ed antesignano del “rambismo” il primo; opportunista, lavativo,
infingardo ed egoista il secondo.
Entrambi, però, oltre
al grado, avevano in comune una cosa:
possedevano un cane.
Ma la comunanza
finiva qui: il cane di Adalberto, Buck, era un bastardino di piccola taglia,
intelligente, affettuoso, cui, come si suol dire, mancava solo la parola; il
cane di Burano, Flock, chiamato Floccone dal suo padrone, era una sorta di
cagnone, incrocio anch’esso delle razze più varie, assomigliante più ad un
grasso vitello ed anche un po’ ... “mona”.
Fra i due animali
c’era la stessa antipatia che intercorreva tra i due ufficiali ed un brutto
giorno, Floccone morse Buck che, benché soccorso ed assistito amorevolmente dal
suo padrone, prese a peggiorare di ora in ora.
Il capitano Burano,
incontrando Adalberto al Circolo, aveva per di più girato il ferro nella piaga:
- Ho sentito che
Floccone si fa rispettare da Buck.
- Prega e spera che Buck non muoia, - gli
rispose Adalberto trapassandolo con quegli occhi di ghiaccio famosi per il
timore che incutevano nei dipendenti e per le avventure amorose che gli procacciavano
- altrimenti tu ed il tuo cane farete la stessa fine.
Ma Buck morì il
mattino successivo.
Adalberto venne fuori
dal suo ufficio e gridò quella frase che diventerà memoria storica:
- Zanframundo, portami un garand ed una
cartuccia.
Zanframundo era il
suo attendente
Con calma e
professionalità, aprì l’otturatore, inserì la cartuccia in canna, prese la mira
e fece fuoco.
Floccone s’accasciò
senza un guaito in quell’angolo ov’era solito oziare al sole.
Zanframundo, nel
riprendere l’arma, imperturbabile:
- Signor capitano,
cosa devo fare di Buck?
- Sia seppellito con
onore sotto la torre d’ardimento .
- Anche Flock?
- No. Quello buttalo
sul camion della raccolta immondizie.
Burano scomparve per
lungo tempo dalla caserma, prima per malattia, poi per tutte le licenze che gli
spettavano, anche per l’anno a venire.
________
Tanto vi rivendo con
beneficio d’inventario, data la personalità del narratore, tuttavia, prendendo
le mosse da sì edificante racconto, nel vocabolario di Roccomaria "Zanframundo"
è il nome proprio di persona che verrà dato a qualsiasi soldato che avesse
avuto a che fare con lui o divenisse, per avventura, coprotagonista in una
delle sue storie.
Così inevitabilmente
ed immancabilmente Zanframundo sarà di volta in volta furiere, attendente,
cameriere nel Circolo, autista o pilota di carro armato, ecc. ...
La casistica lo vuole
di bassa statura, sveglio ma ignorante, intelligente nel soddisfare le esigenze
del superiore, ma sconfitto sistematicamente dalle regole immote e non scritte
della naia.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo commento che sarà pubblicato quanto prima.